Amo le visioni d’insieme!
E siccome dei cra, cierremme, cipibi e tutti i vari acronimi snocciolati dagli operatori del cps non ci capivo niente, ho cercato un po’ di informazioni che mi restituissero il senso del tutto. Il piano regionale per la salute mentale, la documentazione e la legislazione in materia sono reperibili sul sito della Regione. Ma mi pregio di fornirvi direttamente qua sotto la mia ricostruzione di come è organizzata la Lombardia per quanto riguarda i servizi di salute mentale.
In Regione Lombardia, il perno di tutto è Centro Psico Sociale (CPS): è questo ambulatorio che svolge una funzione di riferimento per i cittadini e di filtro rispetto alle strutture psichiatriche. Anche nel caso di inserimento in struttura, il CPS mantiene la titolarità della presa in carico.
La rete dei servizi lombardi prevede poi una struttura per prestazioni semiresidenziali, il Centro Diurno (CD), e diverse strutture per prestazioni residenziali: Comunità Riabilitative ad Alta assistenza (CRA), Comunità Riabilitative a Media assistenza (CRM), Comunità Protette ad Alta assistenza (CPA), Comunità Protette a Media assistenza (CPM) o Comunità Protette a Bassa protezione (CPB); infine, sono previsti programmi di residenzialità leggera.
Il file con l’elenco completo delle strutture lombarde per la salute mentale, suddiviso per province, è pubblicato sul sito della Regione ma credo sia utile capire meglio cosa offrono le varie strutture.
Prestazioni semiresidenziali
Il Centro Diurno è la struttura dove si attuano in regime semiresidenziale, per almeno otto ore al giorno e cinque giorni alla settimana, programmi terapeutico-riabilitativi ed attività di risocializzazione intese al recupero delle abilità personali e sociali del paziente. Tali attività vengono attuate sviluppando l’integrazione con le risorse della comunità nel territorio.
Prestazioni residenziali
La Comunità Riabilitativa ad Alta assistenza garantisce un’offerta assistenziale di alto grado sulle 24 ore. I programmi residenziali sono di alta intensità riabilitativa e per la post-acuzie; i primi hanno una durata massima di 18 mesi e i secondi di 3 mesi.
La Comunità Riabilitativa a Media assistenza garantisce un’offerta assistenziale di medio grado sulle 24 ore. I programmi residenziali sono di alta intensità riabilitativa e hanno una durata massima di 18 mesi.
La Comunità Protette ad Alta assistenza garantisce un’offerta assistenziale di alto grado sulle 24 ore. I programmi residenziali sono di media intensità riabilitativa e hanno una durata massima di 36 mesi.
La Comunità Protette a Media assistenza garantisce un’offerta assistenziale di medio grado sulle 12 ore. I programmi residenziali sono di media intensità riabilitativa e hanno una durata massima di 36 mesi.
Residenzialità leggera
I programmi sanitari di residenzialità leggera non hanno il loro fulcro nella struttura residenziale, ma per essere attuati necessitano dell’appoggio di una soluzione abitativa adeguata per il soggetto assistito in struttura svincolate dall’accreditamento. Si tratta di programmi sanitari per rispondere a esigenze abitative di utenti clinicamente stabilizzati, per permettere loro di completare il proprio percorso riabilitativo. La residenzialità psichiatrica è disciplinata dal D.g.r. 28 febbraio 2007.
E dopo i 65 anni?
E’ interessante notare che il sistema dipartimentale per la salute mentale si occupa dei pazienti fino al compimento del loro 65° anno d’età… poi, sono semplicemente “anziani”, e il loro riferimento rimane solo il medico di base!
Il loro eventuale ricovero in casa di riposo risulta piuttosto complesso, non essendo queste strutture specificatamente predisposte per accogliere persone con disagio psichico. Esistono però alcune RSA che si occupano espressamente di queste problematiche; io conosco la RSA dell’Istituto Cremosini di Pontevico (BS), voi ne avete in mente altre?
Ciao…. Ho letto con molto interesse questo articolo… Avrei un sacco di dubbi sull’ argomento visto che mamma è stata appena trasferita da un cra a un cmp e fatico molto a comunicare col cps per capire quali siano le procedure e le competenze dell cmp…
Ciao Denise, grazie dell’interesse.
Il passaggio da una struttura all’altra è solitamente motivato dal tipo di assistenza che il paziente ha bisogno, dalla prognosi rispetto alle sue possibilità riabilitative e da altre questioni più pratiche (ad esempio se ha esaurito il periodo massimo di accoglienza o se c’è posto o meno nella struttura più adatta a lui).
Però l’unico modo per ricevere informazioni adeguate rispetto ad ogni specifica situazione è parlare con gli specialisti che la stanno seguendo: quindi lo psichiatra del CPS e/o l’assistente sociale, se è seguita anche da questa figura.
Ti suggerisco di chiedere un appuntamento con loro, sempre che tua mamma abbia dato il consenso ad informare anche i familiari delle scelte sanitarie che la riguardano.