Se il lavoro sociale è tessere nodi in un tessuto sociale sfilacciato, allora quale esempio migliore di questi progetti che intrecciano i fili delle storie personali? Accogliere persone con problemi psichiatrici, oppure sole, o semplicemente studenti fuori sede. Ecco qua.
IESA: Inserimento Etero-familiare Supportato di Adulti sofferenti di disturbi psichici. Con I.E.S.A. ci si riferisce ad un ampio ventaglio di esperienze d’accoglienza possibili.
Una famiglia Ospitante (anche un singolo), sceglie di accogliere una persona adulta sofferente di disagio psicologico per un tempo definito. Riceve un piccolo sussidio a titolo di rimborso spese e s’impegna ad assicurare all’ospite un minimo spazio esclusivo (una stanza) ed altri gesti di quotidiana cura, lasciando agli specialisti qualsiasi intervento di tipo professionale.
L’Ospite accolto beneficia di un tipo di residenzialità alternativa alle differenti soluzioni di convivenza tra “malati” psichici, ad esempio le comunità. Con un intervento che mira a una progressiva autonomia, viene a trovarsi nella condizione che più si avvicina ad una vita quotidiana “normale”. Inoltre, continua ad essere seguito ambulatorialmente per ogni bisogno specificamente sanitario.
I Servizi di Salute Mentale supportano professionalmente ogni convivenza, dalle fasi propedeutiche, al monitoraggio (con visite domiciliari, supervisioni e supporto telefonico), fino alla conclusione del periodo di convivenza concordato.
Abitare solidale: è un progetto che nasce dall’idea di trasformare il “problema abitativo” in nuove opportunità per la costruzione di una comunità più coesa e solidale. Un bene prezioso come la casa può in effetti divenire un problema per chi non è in grado di acquistarne o affittarne una, ma anche per quanti, proprietari o affittuari di un alloggio, necessitano di una qualche forma di aiuto nella gestione della vita quotidiana.
Abitare Solidale ha come obiettivo l’attivazione di percorsi di coabitazione tra anziani e non solo, residenti in case con più di una camera da letto, e quanti abbiano bisogno di alloggio e vivano una situazione di momentanea difficoltà.
Un rapporto di convivenza basato su un patto abitativo che prevede un reciproco scambio di servizi, in sostituzione del tradizionale contratto d’affitto.
Prendi in casa uno studente: prevede la coabitazione tra un pensionato autosufficiente e un giovane non residente a Milano per condividere compagnia e alloggio. Il progetto si basa su un’idea molto semplice: due generazioni si avvicinano per un aiuto reciproco.
Gli ospitati non pagano un vero affitto ma partecipano mensilmente alle spese di casa con un rimborso di circa 250-280 euro, collaborano con piccoli aiuti e un po’ di compagnia. I pensionati soffrono meno la solitudine e ritrovano la gioia di sentirsi ancora utili. MeglioMilano raccoglie e registra le richieste, approfondisce la conoscenza di giovani e meno giovani che vogliono avvicinarsi all’esperienza; organizza gli incontri e offre la propria assistenza lungo tutto il percorso conoscitivo e di coabitazione.
Gli elementi che maggiormente aiutano nella definizione degli abbinamenti sono le aspettative rispetto all’esperienza, alcuni tratti caratteriali, gusti e abitudini in generale. MeglioMilano conosce i pensionati che offrono alloggio incontrandoli nelle loro abitazioni, e osserva i giovani in incontri diretti, facilitando la presentazione di persone affini tra loro, privilegiando gli abbinamenti tra persone dello stesso genere. Compatibilmente con le offerte ricevute si cerca di avvicinare il più possibile i giovani ai riferimenti universitari o lavorativi, minimizzando gli spostamenti e lasciando più tempo libero da dedicare allo studio o al riposo.
Durante i mesi di coabitazione, MeglioMilano organizza periodicamente delle chiacchierate, singole o di gruppo, per verificare il gradimento dell’esperienza. La convivenza è regolata da un accordo di ospitalità di almeno sei mesi, rinnovabile per il tempo che si desidera o annullabile in caso di scarso gradimento reciproco.
Essere anziani significa abitudini contratte a scopo logistico che, favoriscono certezze e rassicurano ad ogni livello, fisico e mentale,
gli ospiti d’una casa, se pur coabitata .
L’inserimento graduale dell’anziano, nella suddetta struttura, è essenziale; coordinato e supportato dai gestori della casa, egli ritrova un
conciliante contesto familiare che, se condiviso, potrebbe sostituire egregiamente ogni altro nucleo .Lo scopo squisitamente sociale di tale inserimento deve mantenere i requisiti di stabilità e solidarietà essenziali, in questo delicato tipo d’approccio collettivo .E’ utile specificare la necessità di graduale annessione, per una sperimentale e armonica convivenza d’insieme, mediante soggiorni temporanei ma pianificati allo scopo specifico .
Grazie Piera per questa tua utile sottolineatura. Concordo su quanto dici: l’inserimento della persona anziana in un altro contesto abitativo ha bisogno di cura e gradualità.