Come si scrive una relazione sociale

noun_76962_ccScriviamo relazioni sociali un giorno sì e uno no, ma quando si comincia a fare questo mestiere ci sembra di essere la prima assistente sociale del mondo a cimentarsi nell’impresa! Di teoria ce ne hanno insegnata tanta: proviamo a dirci come si fa in pratica*?

Il post è un po’ lungo, anche perché ha tanti esempi, per cui vi metto un indice per capire com’è organizzato.

1. Premessa
2. La relazione sociale interna
3. La forma
4. I contenuti
 a. Dati di contesto
 b. Scopo della valutazione
c. Descrizione di come si è svolta l’indagine sociale
 d. Descrizione della situazione
 e. Valutazione
f. Proposta di intervento
5. La relazione deve andare in Giunta?

Premessa

Iniziamo con due doverose premesse: non esistono strade “uniche ed universali”, per cui quanto scriverò di seguito non è vangelo. Però dobbiamo ammettere che ci sono relazioni sociali più o meno comprensibili e complete, quindi se proviamo a scambiarci qualche idea può essere un primo passo per migliorare le nostre pratiche professionali.

L’altra premessa è che le relazioni sono diverse a seconda del destinatario e del motivo per cui sto scrivendo. Un conto è scrivere al Responsabile del Servizio sociale e un conto è scrivere al Giudice tutelare. E, a parità di destinatario, un conto è scrivere per presentare una situazione familiare e un altro è scrivere per aggiornare sull’andamento del progetto di intervento.

La relazione sociale interna

noun_704704_ccQua parliamo di una relazione sociale interna, indirizzata al Responsabile del Servizio sociale comunale per presentare la situazione di un nucleo familiare, esprimere una valutazione sociale e formulare una proposta di intervento.
Si tratta di un “modello base” che poi posso personalizzare a seconda del destinatario e dello scopo, per esempio:
– relazione per attivare un progetto di reinserimento sociale sul territorio
– relazione per attivare un progetto di housing sociale
– relazione per l’inserimento in un servizio diurno o residenziale

Un capitolo a parte meritano le relazioni da presentare all’autorità giudiziaria, a cui ho dedicato due post specifici:
– relazione sociale da indirizzare al Giudice tutelare per promuovere un ricorso per l’amministratore di sostegno
relazione sociale da indirizzare alla Procura presso il Tribunale dei minori per segnalare una situazione familiare

Quando scriviamo una relazione sociale indirizzata al Responsabile del Servizio sociale per presentare una situazione familiare e proporre un intervento sociale, lo scopo è fornirgli tutti gli elementi per motivare un successivo atto amministrativo (determinazione) e quindi rendere concretamente attivabile un intervento.

La forma

Essendo scritta all’interno di un Comune, la relazione sociale ha tutti gli elementi che la rendono un documento amministrativo: carta intestata, indicazione di data e luogo, indicazione del destinatario, oggetto, firma di chi l’ha scritta.
Io poi mi avvalgo anche del protocollo interno, perché credo sia importante lasciare una traccia formale della comunicazione che sto inviando al Responsabile.

Esempio

Carta intestata del Comune

Prot. interno n° 001                                                 Città, 1/1/2017

Alla c.a. del Responsabile dei Servizi sociali del Comune di Città

Oggetto: relazione sociale relativa alla famiglia MAURO

bla bla bla
bla bla bla
bla bla bla

L’assistente sociale
Giulia Ghezzi

I contenuti

La relazione sociale deve essere un documento facile, in cui si capisce subito di chi stiamo parlando, e in cui i contenuti sono organizzati per paragrafi (abbandoniamo i cosiddetti “muri di parole”, lenzuoloni di tre pagine scritti fitti fitti, senza titoli e spazi tra un argomento e l’altro!).

Personalmente mi trovo bene a suddividere la relazione in 6 parti, con i seguenti titoli:
a. dati di contesto
b. scopo della valutazione
c. descrizione di come si è svolta l’indagine sociale
d. descrizione della situazione
e. valutazione
f. proposta di intervento

Ora li descrivo nel dettaglio.

a. Dati di contesto

Qua metto in forma schematica tutti i dati che, a colpo d’occhio, sono necessari per capire di chi stiamo parlando.
Quindi all’inizio i dati anagrafici del nucleo familiare.

Esempio

Nucleo familiare anagrafico
MAURO Mario, nato a Roma il 1/1/1950
BIANCHI Lucia, nata a Roma il 1/1/1960 (moglie)

Il maiuscolo aiuta a capire qual è il cognome. L’indicazione del legame di parentela aiuta a capire com’è composto il nucleo.

Sotto, le altre persone significative non conviventi.

Esempio

Altre persone significative
MAURO Giuliano, nato a Roma il 1/1/1955 e residente a Milano (fratello)

Quindi, gli eventuali servizi specialistici coinvolti.

Esempio

Servizi specialistici
Centro Salute Mentale di Città, assistente sociale ROSSI Maria

Infine, se la richiesta è stata presentata dal cittadino, i riferimenti alla sua richiesta scritta (n. protocollo e data). Questo dato non ci sarà se l’assistente sociale sta invece agendo di propria iniziativa.

Esempio

Richiesta scritta presentata il 1/1/2017 (prot. n° 0001/17) dal cittadino MAURO Mario (oppure: dall’Amministratore di sostegno MAURO Giuliano in favore di MAURO Mario)

b. Scopo della valutazione

Questa seconda parte serve per contestualizzare la relazione prima di cominciare a entrare nel vivo.
Qua spieghiamo: perché stiamo facendo una valutazione sociale, che cosa stiamo valutando, chi ci chiede di valutare (se chi chiede di valutare è una persona diversa dal beneficiario dell’intervento, dobbiamo chiarire se il beneficiario è al corrente della richiesta presentata ed è d’accordo).

Esempio

Con questa relazione sociale il Servizio sociale comunale di Città intende presentare la situazione sociale della famiglia Mauro al fine valutare l’opportunità di attivare un progetto di reinserimento sociale per il sig. Mario. La richiesta di attivazione di questo progetto è stata presentata dal suo amministratore di sostegno, sig. Giuliano Mauro, in seguito ai colloqui avuti con questo servizio e d’intesa con l’amministrato.

c. Descrizione di come si è svolta l’indagine sociale

Qua descrivo il processo che mi ha portata a raccogliere ed elaborare le informazioni di cui do conto in questa relazione: quali interventi sono stati messi in atto? quali soggetti sono stati coinvolti?

Esempio

La situazione è nota al Servizio sociale dal 1/1/2016, quando la sig.ra Lucia Bianchi, moglie del sig. Mario Mauro, si è presentata per un colloquio di segretariato sociale. Successivamente sono stati effettuati 3 colloqui con entrambi i coniugi (2/2/2016, 3/3/2016, 4/4/2016), 1 visita domiciliare (5/5/2016), 1 incontro con l’assistente sociale Maria Rossi del Centro di Salute mentale di xxx (6/6/2016) e 1 colloquio con i coniugi e l’amministratore di sostegno del sig. Mario.

d. Descrizione della situazione

Questa parte è il cuore della relazione, perché descrive la situazione sociale della famiglia con cui stiamo lavorando.
Dobbiamo fare grande attenzione a come scriviamo, per evitare di fornire ricostruzioni soggettive e giudicanti.

Alcuni accorgimenti:
– innanzitutto occorre riferire solo i dati oggettivi, evitando giudizi di valore (es. “è un bambino buono”, “è un bravo marito”, “è pigro”), opinioni o informazioni ricevute da fonti non certe;
– è bene fare riferimento solo ai fatti osservati direttamente o deducibili da documentazione attendibile, utilizzando indicatori numerici per descriverli (es. “da settembre a dicembre è stato ricoverato tre volte” invece che “nell’ultimo periodo è stato ricoverato spesso”);
– rispetto alle frasi sentite, è importante citare sempre le fonti (es. “il medico di base asserisce che”, “il signore riferisce che…”), virgolettando la frase solo se la trascrizione è fedele (es. il signore ha dichiarato: “se sto ancora a casa con mia moglie impazzisco”).

Per quanto riguarda i contenuti, alcuni riguarderanno il nucleo familiare nel suo complesso e altri approfondiranno la specifica situazione della persona destinataria dell’intervento.
Inoltre, possiamo immaginarci che alcuni contenuti siano imprescindibili e altri siano da approfondire in funzione allo scopo della relazione sociale.

 Aree da approfondire con riferimento al sistema familiare

    1. descrizione contesto familiare: da chi è composto, età, professione, eventuali situazioni di conflittualità o di stress, carico assistenziale, rapporti con le proprie famiglie d’origine
    2. ampiezza e tipologia rete sociale: relazioni extrafamiliari (affettive, amicali, parentali, di conoscenza), rapporto con il territorio e la comunità; rapporti con altri servizi o soggetti del terzo settore
    3. situazione abitativa (tipologia abitazione, ubicazione, accessibilità, riscaldamento e servizi igienici, affitto / proprietà / altro, sostenibilità economica abitazione, elementi di precarietà abitativa)
    4. situazione economica (ISEE, adeguatezza dei redditi, entrate / uscite, misure di sostegno al reddito istituzionali, aiuti informali, bisogni coperti / scoperti, difficoltà nella gestione del denaro, insoluti…)

Per quanto riguarda la situazione della persona destinataria dell’intervento, la scelta delle aree da approfondire è strettamente legata al tipo di valutazione che sto effettuando. Per esempio, se sto valutando un inserimento in RSA non approfondirò le competenze lavorative ma il grado di autosufficienza e la condizione sanitaria, mentre se sto valutando un progetto di reinserimento sociale mi interessa approfondire la biografia della persona (scolastica, lavorativa, sociale).

Aree da approfondire con riferimento alla persona destinataria dell’intervento 

  1. cura di sé (adeguatezza e autonomia nell’alimentazione, igiene, abbigliamento…)
  2. modalità relazionali
  3. percorso scolastico (scuole frequentate, bocciature, sostegno…)
  4. percorso lavorativo (dove, quando, mansioni, eventuali situazioni di attuale precarietà lavorativa) e interessi extra lavorativi (quali, in che contesti)
  5. situazione attuale (come passa le giornate? quali attività svolge? chi frequenta? con quale grado di soddisfazione?)
  6. situazione di autosufficienza: grado di autosufficienza rispetto ai bisogni primari (fare la spesa / prepararsi i pasti/ mangiare, andare in bagno, lavarsi, vestirsi, pulire la casa, assumere i farmaci) e a quelli secondari (andare in banca, pagare le bollette…), sicurezza personale (si alza di notte? Si sente sicura in casa? Sa chi contattare in caso di emergenza?)
  7. eventuali disabilità fisiche, patologie psichiatriche, demenze e grado di invalidità civile
  8. eventuale figure di sostegno formali (amministratore di sostegno, tutore, curatore) o informali
  9. livello di soddisfazione della persona rispetto alla sua situazione attuale (è contenta? Sente che le manca qualcosa? Si sente amata o di peso?)
  10. desideri rispetto al proprio futuro (cosa vorrebbe fare? ha interesse a frequentare attività su territorio o presso centri diurni? dove vorrebbe stare? da chi vorrebbe essere assistita? come?)
  11. desideri del nucleo familiare o di altre persone significative rispetto alla persona in oggetto (che cosa vorrebbero che facesse? perché? sono tutti d’accordo?)
  12. raccordo con il medico di base e i servizi specialistici per approfondire la situazione socio-sanitaria: necessità di cure specifiche, possibilità di gestire l’assistenza al domicilio, controindicazioni sanitarie al mantenimento al domicilio, necessità di inserimento in servizio diurno o residenziale

e. Valutazione

noun_837319_ccEd eccoci arrivati alla parte conclusiva della relazione. Dopo aver spiegato approfonditamente la situazione, qua tiriamo le conclusioni ed esponiamo la nostra valutazione. E’ la parte più faticosa è più “rischiosa”, perché è quella in cui esplicitiamo il nostro pensiero e quindi ci assumiamo chiaramente delle responsabilità. Per questo è una parte spesso trascurata e risolta in un paio di righe.
Ecco, darle la rilevanza di un paragrafo esclusivo (evitando di accorparla con la parte più operativa e di creare un unico paragrafo “Valutazione e proposta di intervento”), ci aiuta a tenere sotto controllo questa possibile tendenza a sviare dall’ingrato compito.
Pensiamoci bene… Stiamo argomentando in favore di un certo progetto di intervento, in cui verosimilmente abbiamo concordato con la persona e la sua famiglia un intervento che li vede protagonisti attivi, ingaggiati in una prospettiva di cambiamento e di assunzione di nuove responsabilità… è giusto che ci mettiamo anche noi in gioco e diciamo chiaramente qual è il nostro punto di vista sulla situazione.

Ma che cosa dobbiamo valutare? Ovviamente dipende dallo scopo della relazione sociale. Se sto valutando la richiesta di compartecipazione alla retta per l’inserimento in RSA, valuterò la necessità di tale inserimento; se sto valutando l’attivazione di un progetto di reinserimento sociale, valuterò la condizione di marginalità della persona e le risorse attivabili, ecc.
Un’utile bussola per orientare nella valutazione è quella di considerare sempre i fattori di inclusione ed esclusione e i fattori di rischio e protezione.

f. Proposta di intervento

noun_247207_ccInfine, dopo aver descritto la situazione familiare e individuale e aver espresso chiaramente una valutazione, la relazione sociale si conclude con una proposta di intervento.
Qua descrivo il tipo di intervento proposto dal Servizio sociale per quella situazione, chiarendo qual è il livello di condivisione già raggiunto con il soggetto e la sua famiglia e fornendo i dati principali (data di inizio e fine, contenuto, soggetti coinvolti, costi…). Non entro eccessivamente nel dettaglio, perché i particolari saranno esplicitati in un successivo documento (il “Progetto di intervento”) che condividerò con la famiglia e tutti gli altri attori coinvolti.

Mi preme sottolineare che senz’altro vanno indicati i costi, ma solo perché questo dato serve al responsabile di area al fine di verificare la fattibilità economica dell’intervento. E’ bene distinguere questo livello amministrativo (la valutazione della sostenibilità economica) da quello sociale (la valutazione della necessità di attivare l’intervento), perché solo in questo modo l’assistente sociale può avere la necessaria serenità per effettuare la valutazione che le compete.

La relazione deve andare in giunta?

Per concludere, una precisazione. Il destinatario della relazione sociale è il Responsabile del servizio sociale, che l’ha bisogno per verificare che il tipo di intervento proposto è tra quelli di competenza del servizio sociale, rispetta gli obiettivi politici stabiliti dalla giunta ed è/non è sostenibile economicamente.
Conseguentemente, il Responsabile produrrà una determinazione al fine di rendere operative le proposte dell’assistente sociale oppure, nel caso ci siano dei problemi, le chiederà un momento di confronto per discuterne.

I contenuti possono essere condivisi con i membri della giunta o del consiglio comunale che ne facciano richiesta, ma la relazione non “deve” andare in giunta o in consiglio. Non c’è infatti alcuna necessità perché un organo politico “debba” tout court conoscere qual è il destinatario dell’intervento sociale e approfondire così dettagliatamente la sua situazione familiare.

So che invece è prassi in moltissimi comuni… per questo ne parlo qui (contributi economici: che ruolo ha la giunta).

______________

* Quello che ho scritto è frutto dei miei studi e della mia esperienza. Utilizzalo pure ma fallo in modo critico, secondo “scienza e coscienza”. Se poi decidi di condividerlo con terzi, per esempio a scopo didattico, non c’è problema ma cita la fonte. Grazie!

4 thoughts on “Come si scrive una relazione sociale

  1. Pingback: Contributi economici: che ruolo ha la giunta? – Sapere sociale

  2. Pingback: Assistenza educativa scolastica: chi, quando, come – Sapere sociale

  3. Pingback: Come fare una cartella sociale – Sapere sociale

Rispondi

Inserisci i tuoi dati qui sotto o clicca su un'icona per effettuare l'accesso:

Logo di WordPress.com

Stai commentando usando il tuo account WordPress.com. Chiudi sessione /  Modifica )

Foto di Facebook

Stai commentando usando il tuo account Facebook. Chiudi sessione /  Modifica )

Connessione a %s...